Ecco il motivo sorprendente per cui la sterlina è più forte dell’euro e del dollaro

Nel vasto panorama delle valute internazionali, la sterlina britannica attira da sempre l’attenzione per il suo valore superiore rispetto a quello dell’euro e del dollaro statunitense. Questa peculiarità è spesso fonte di curiosità e talvolta di sorpresa, soprattutto alla luce dei profondi cambiamenti economici e politici che hanno interessato il Regno Unito negli ultimi decenni. Comprendere i reali motivi che si celano dietro la “forza” numerica della sterlina richiede di andare oltre le fluttuazioni di mercato quotidiane, esplorando le radici storiche, gli equilibri macroeconomici e le percezioni degli investitori globali.

Origini storiche e valore nominale

Il motivo principale per cui la sterlina ha un valore di cambio più alto rispetto a euro e dollaro risiede innanzitutto nella storia. La sterlina britannica è una delle valute più antiche al mondo, stabilita come unità ufficiale già dal Medioevo. Da allora è stata considerata per secoli un simbolo della solidità finanziaria del Regno Unito, che fu il centro della finanza mondiale durante l’epoca coloniale e industriale. Quando nel corso del Novecento molte valute venivano ridenominate o addirittura sostituite (si pensi alla nascita dell’euro nel 1999 o alle nuove valute dei paesi post-sovietici), la sterlina ha mantenuto la sua storica denominazione e una base numerica alta, senza essere soggetta a significative svalutazioni nominali o “tagli di zero” come invece accaduto per altre monete.

La forza apparente della sterlina rispetto ad euro e dollaro non è quindi un indice diretto di potere d’acquisto “reale”, ma piuttosto il risultato di una tradizione contabile consolidata nel tempo. Per esempio, mentre un dollaro statunitense deriva da una storia caratterizzata da svalutazioni e riaggiustamenti anche importanti nel 1900, la sterlina ha conservato una propria specificità di confronto, portando a quotazioni che, nominalmente, risultano superiori sia all’euro che al dollaro.

Fattori economici: stabilità, percezione e rischio

Se la storia ha mantenuto alto il “numero” della sterlina, la dinamica economica moderna resta centrale per la sua forza relativa. Nonostante i turbamenti come la Brexit o la crisi finanziaria globale, la sterlina viene ancora percepita come una valuta rifugio in una serie di circostanze. Gli investitori spesso associano la sterlina alla stabilità politica e a una lunga tradizione di istituzioni solide e affidabili. Ovviamente, anche questa forza è stata messa alla prova: la Brexit ha determinato una svalutazione importante della sterlina, ma non ne ha cancellato il ruolo nei flussi finanziari globali.

Nel 2025, per esempio, diversi analisti hanno osservato come la debolezza di dollaro ed euro rispetto alla sterlina sia stata influenzata da specifici fattori congiunturali. Uno di questi è la debolezza strutturale dell’euro, causata da un rallentamento economico nell’Eurozona, gestione cauta della politica monetaria da parte della Banca Centrale Europea rispetto alla Federal Reserve e tensioni geopolitiche che penalizzano le valute comunitarie. Il dollaro, recentemente, ha visto ridursi il proprio “premio di rischio” e subito il peso di una prospettiva macroeconomica meno positiva, con tassi di crescita che si sono indeboliti e una diminuzione di attrattività per gli investitori internazionali.

Più che a un apprezzamento eccezionale della sterlina, questi movimenti sono dunque spesso dovuti alla debolezza dei concorrenti. Tuttavia, la sterlina beneficia regolarmente di “ondate di ottimismo” legate a dati macroeconomici positivi, come la crescita del PIL superiore alle attese o la gestione più efficace dell’inflazione rispetto ad altre economie europee, elementi che innescano nuove richieste di acquisto della valuta britannica.

Meccanismi di cambio e numeri attuali

L’andamento del cambio GBP/USD è un indicatore esplicito di queste dinamiche. Negli ultimi mesi, la sterlina si è rafforzata dello 0,88% rispetto al dollaro e la tendenza annuale mostra una crescita intorno all’1,68%, con valori per una sterlina che oscillano attualmente tra 1,34 e 1,35 dollari. Si tratta di livelli storicamente elevati, benché lontani dai picchi assoluti raggiunti negli anni ’50.

La quotazione odierna sterlina/euro si mantiene tradizionalmente tra 1,10 e 1,15: significa che occorre più di un euro per acquistare una sterlina, e questo alimenta la percezione della “forza” della valuta britannica. È importante sottolineare che il valore di cambio risente di numerosi fattori, fra cui:

  • L’andamento dei tassi di interesse stabiliti dalla Banca d’Inghilterra rispetto a banche centrali concorrenti
  • Le aspettative sugli sviluppi macroeconomici relativi a Regno Unito, USA e Eurozona
  • Le dinamiche di inflazione e la capacità del sistema britannico di mantenerla sotto controllo
  • L’affidabilità del debito pubblico britannico e la percezione di rischio politico generale

Non bisogna dimenticare che anche nella storia recente la sterlina è stata soggetta a forte volatilità, con momenti di significativa debolezza a fronte di cambiamenti politici o di ***crisi economiche*** interne, come dimostra il calo consistente registrato durante la Brexit e alcune fasi della pandemia.

Percezione, simbolismo e realtà del potere d’acquisto

Molti osservatori trovano sorprendente che, nonostante le debolezze economiche mostrate dal Regno Unito negli ultimi anni, la sterlina mantenga un valore così alto rispetto alle altre valute forti. Questo fenomeno si spiega in parte anche attraverso la percezione psicologica dei mercati: il peso simbolico della sterlina, la sua storia di affidabilità e la continua fiducia degli operatori globali contribuiscono a rafforzare il tasso nominale di cambio. La Banca d’Inghilterra, inoltre, si è distinta in vari momenti storici per la prontezza nelle politiche monetarie, aumentando i tassi d’interesse in modo tempestivo per contrastare l’inflazione e consolidare attrattività della sterlina per gli investitori stranieri.

Va però chiarito che la forza nominale della sterlina non equivale necessariamente a un maggior potere d’acquisto interno rispetto a euro e dollaro. I prezzi nel Regno Unito, infatti, sono spesso più alti rispetto alle controparti europee o americane, e quindi la “forza” della sterlina non si traduce automaticamente in maggiore benessere economico medio per i cittadini britannici. Il cambio elevato riflette piuttosto equilibri storici e finanziari che influenzano le transazioni internazionali, le esportazioni, i viaggi o i flussi di capitali cross-border.

In definitiva, la vera sorpresa sta proprio nella resilienza della sterlina come fenomeno complesso e multisfaccettato: la sua forza numerica non è solo figlia delle politiche attuali o delle congiunture di breve periodo, ma soprattutto di una lunga eredità storica, della fiducia collettiva a livello globale e di un intricato gioco tra percezione, realtà economica e ruolo strategico della valuta nei mercati mondiali.

Lascia un commento