Quante volte ci si sente al sicuro tra le mura domestiche, pensando di respirare un’aria pulita e priva di rischi? Eppure la qualità dell’aria interna non è mai garantita, e i pericoli invisibili possono derivare proprio dalla quotidianità: attività domestiche, materiali da costruzione, riscaldamento, e perfino la presenza delle persone stesse. Per valutare realmente quanto sia salubre l’aria che respiriamo in casa, occorre innanzitutto conoscere quali sono i principali inquinanti indoor e i valori minimi di sicurezza da rispettare, così da poterli monitorare e prevenire conseguenze anche gravi per la salute.
I principali inquinanti dell’aria domestica
Gli ambienti interni possono ospitare una sorprendente varietà di sostanze inquinanti. Tra le più rilevanti, per frequenza e rischio sanitario, troviamo:
- Biossido di carbonio (CO?): prodotto dalla respirazione e dalla combustione, è una spia fondamentale della ventilazione domestica.
- Monossido di carbonio (CO): un gas incolore e inodore, altamente tossico, generato da stufe e caldaie a combustione difettose.
- Polveri sottili (PM2.5 e PM10): micro-particelle sospese originate dalla polvere domestica, dalla cucina e da infiltrazioni esterne.
- Formaldeide: presente in mobili, rivestimenti, adesivi e vernici.
- Biossido di azoto (NO?): rilasciato da processi di combustione, cucine a gas e traffico stradale circostante.
- OzonO (O?): meno comune in casa, può penetrare dalle zone urbane all’abitazione.
I valori minimi raccomandati: cosa controllare davvero
La salubrità dell’aria si misura confrontando i livelli degli inquinanti con i limiti suggeriti dalle principali organizzazioni sanitarie. L’OMS, l’Unione Europea e le normative italiane stabiliscono valori soglia differenti per ogni sostanza, ma possono essere così riassunti per l’ambiente domestico:
CO? – Biossido di carbonio
I livelli di CO?, anche se non tossici in sé alle basse concentrazioni, sono un ottimo indicatore della qualità dell’aria e della necessità di ventilazione. In aria esterna pulita si registrano valori tra 360 e 700 ppm (parti per milione). All’interno, il valore massimo raccomandato è di 1.000 ppm, mentre negli uffici si tollerano fino a 1.500 ppm. Oltre questa soglia, la presenza di anidride carbonica indica un accumulo di aria viziata e una ridotta ossigenazione, che possono causare cefalea, riduzione di concentrazione e sonnolenza. Un’ora dopo aver chiuso le finestre in una stanza affollata, la CO? può facilmente raggiungere i 2.000 ppm, segnalando la necessità di cambiare aria tempestivamente.
CO – Monossido di carbonio
Il CO è tra i gas più pericolosi: invisibile e senza odore, anche basse quantità possono essere dannose. Valori medi in casa senza stufe a gas variano fra 0,5 e 5 ppm; vicino a stufe a gas ben regolate si salta a 5–15 ppm, mentre una regolazione difettosa può far schizzare il valore anche a 30 ppm. Alcune autorità e l’OMS fissano il limite critico di attenzione a 9 ppm su 8 ore, ma livelli superiori a 30 ppm devono considerarsi pericolosi e impongono l’immediata ventilazione e controllo degli apparecchi domestici.
Formaldeide
Sostanza cancerogena e irritante, la formaldeide è presente in minima parte in quasi tutte le abitazioni. L’OMS raccomanda concentrazioni inferiori a 0,08 ppm (pari a 0,1 mg/m³), mentre un valore “obiettivo” può essere anche di 0,05 ppm o meno. In generale, dai valori tipici in una casa normale (<0,03 ppm), qualsiasi incremento è da monitorare attentamente, soprattutto se sono stati installati mobili nuovi o sono stati effettuati lavori con materiali a base di formaldeide.
Polveri sottili PM2.5 e PM10
I limiti più aggiornati dell’OMS impongono per il PM2.5 (diametro inferiore a 2,5 micron) un massimo di 5 µg/m³ su base annua e 15 µg/m³ sulle 24 ore; per il PM10 rispettivamente 15 e 45 µg/m³. Questi valori sono significativamente più stringenti delle normative italiane e della media della qualità dell’aria urbana. In casa, il superamento di questi limiti può essere dovuto a cucinare senza cappa, a pulizie inadeguate o a infiltrazioni dall’esterno.
NO? – Biossido di azoto
Il gas tipico delle combustioni e dei fornelli a gas deve restare sotto i 10 µg/m³ come media annua negli ambienti chiusi, secondo le linee guida 2023 OMS, con una soglia giornaliera di 25 µg/m³. Per quanto la normativa italiana consenta fino a 40 µg/m³, è prudente puntare ai nuovi limiti OMS in quanto più cautelativi verso la salute dei soggetti più sensibili, come bambini e anziani.
Ozono (O?)
In ambiente domestico non è uno degli inquinanti principali ma può entrare dall’esterno in presenza di forte inquinamento urbano. Il valore annuale fissato è di 60 µg/m³ durante le stagioni di alta concentrazione, con limite sulle 8 ore fisse di 100 µg/m³.
Gli effetti sulla salute e l’importanza del monitoraggio
Un’esposizione prolungata a concentrazioni superiori ai limiti minimi raccomandati degli inquinanti indoor può provocare effetti acuti e cronici. Tra i rischi a breve termine ci sono irritazione delle mucose, allergie, cefalea, affaticamento, calo delle prestazioni cognitive. Nel lungo periodo, sono documentati casi di danni all’apparato respiratorio, peggioramento di patologie cardiopolmonari, aumento del rischio oncologico specie per formaldeide e polveri fini.
Monitorare periodicamente la qualità dell’aria (mediante appositi sensori di CO?, CO, polveri sottili e formaldeide) è quindi fondamentale. Le misurazioni puntuali vanno accompagnate dall’interpretazione dei dati considerando il tempo di esposizione e le condizioni di utilizzo dell’ambiente: in cucina o in presenza di molte persone, i valori possono variare rapidamente.
Strategie pratiche per migliorare la qualità dell’aria in casa
- Arieggiare frequentemente, soprattutto nelle ore meno trafficate, aprendo le finestre per almeno 10-15 minuti più volte al giorno.
- Manutenzione regolare di caldaie, stufe, cappe e apparecchi a combustione.
- Preferire arredi certificati a bassa emissione di formaldeide e materiali naturali.
- Utilizzare aspirapolveri con filtri HEPA e ridurre all’osso l’uso di prodotti chimici per la pulizia.
- Installare sistemi di ventilazione meccanica controllata o purificatori d’aria se non è possibile ventilare in modo naturale.
- Controllare periodicamente i valori di CO? e anidride carbonica, soprattutto nelle stanze dove si trascorre molto tempo, come camere da letto e soggiorni.
Solo la consapevolezza e il controllo costante dei valori reali degli inquinanti principali possono trasformare la casa in un ambiente davvero sicuro. Affidarsi alla sola percezione sensoriale – cioè assenza di odori o polvere visibile – non basta: la prevenzione passa attraverso la misurazione e l’adeguamento delle abitudini domestiche alle linee guida aggiornate delle autorità sanitarie. Solo così si può garantire un’aria effettivamente salubre per sé e per tutta la famiglia.