In Italia, la questione dell’inquinamento atmosferico è diventata sempre più centrale a causa dell’aumento costante dei livelli di smog nelle principali città. La concentrazione elevata di polveri sottili e altri inquinanti pone seri rischi per la salute umana, specialmente quando vengono superati i limiti stabiliti dalla normativa nazionale ed europea. Saper riconoscere quali sono questi limiti e quando l’aria può essere considerata davvero pericolosa è fondamentale per tutelare la salute, soprattutto dei soggetti più vulnerabili come bambini, anziani e persone affette da patologie croniche.
Quando l’aria diventa pericolosa: i limiti degli inquinanti principali
L’indicatore più utilizzato per valutare la qualità dell’aria è la concentrazione di alcuni inquinanti come il PM10 (polveri con diametro inferiore a 10 micron), il NO2 (biossido di azoto), l’ozono e i composti organici volatili. Il rapporto “Mal’Aria di città 2025” di Legambiente fornisce dati aggiornati sui superamenti dei limiti atmosferici. Nel 2024, ben 25 capoluoghi italiani hanno superato il limite annuale di 35 giorni con concentrazioni superiori a 50 µg/m³ di PM10, mentre altrettante città sono in “zona critica” per il biossido di azoto, specialmente a causa del traffico veicolare intenso.
I limiti attualmente stabiliti sono:
- PM10: 50 µg/m³ come media giornaliera, da non superare per più di 35 giorni all’anno. Dal 2030 il nuovo limite scenderà a 20 µg/m³ come media annuale.
- NO2: 40 µg/m³ come media annuale, con un abbassamento previsto a 20 µg/m³ nel 2030.
- Oltre questi limiti, la qualità dell’aria viene giudicata “insalubre” o “pericolosa” per la salute secondo le direttive internazionali e l’indice di qualità dell’aria (AQI).
Il 71% delle città italiane supererebbe i nuovi limiti per il PM10 previsti per il 2030 e il 45% risulterebbe fuori norma per il NO2, con Frosinone, Milano, Verona, Vicenza e altre città del Nord Italia ai primi posti per numero di sforamenti annui.
Rischi per la salute: chi è più esposto
L’esposizione prolungata a livelli elevati di polveri sottili, biossido di azoto e ozono è correlata a un incremento di malattie respiratorie, patologie cardiovascolari e tumori dell’apparato respiratorio. Secondo le ultime stime dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, nel 2021 oltre 300.000 persone nell’UE sono morte prematuramente a causa dell’inquinamento atmosferico. Per l’Italia si calcolano decine di migliaia di morti precoci l’anno, oltre a numerosi nuovi casi di malattie croniche come asma, broncopneumopatie ostruttive e infarti miocardici.
Le categorie più a rischio sono:
- Anziani e persone con malattie cardiache e polmonari croniche
- Bambini, che presentano una maggiore vulnerabilità polmonare
- Donne incinte per possibili effetti negativi sulla gravidanza e sullo sviluppo del feto
- Soggetti con deficit immunitari o altre fragilità mediche
Inoltre, picchi di smog possono aggravare le condizioni di chi soffre di allergie, favorire infezioni respiratorie e aumentare il numero di ricoveri ospedalieri nelle giornate più critiche.
Classificazione del rischio: l’indice AQI e le soglie di allerta
Per valutare il livello di pericolosità dell’aria, si utilizza l’indice di qualità dell’aria (AQI), che sintetizza in un solo valore lo stato degli inquinanti principali.
Classi di rischio AQI secondo le linee guida sanitarie
- Da 0 a 50: Aria buona, nessun rischio per la popolazione
- Da 51 a 100: Soddisfacente, rischio basso solo per i più sensibili
- Da 101 a 150: Moderatamente insalubre, attenzione per chi soffre di asma e anziani
- Da 151 a 200: Insalubre, raccomandato limitare le attività all’aperto, soprattutto per soggetti a rischio
- Da 201 a 300: Molto insalubre, evitare del tutto sforzi prolungati all’esterno
- Sopra 300: Pericoloso, tutti dovrebbero restare in ambienti chiusi e monitorare la situazione.
Questi valori sono fondamentali per decidere quando attuare restrizioni come il blocco del traffico, la chiusura di scuole o l’invito a restare in casa. Negli ultimi anni, le grandi città italiane si sono trovate spesso a superare le soglie “insalubre” in inverno e nei periodi di alta pressione atmosferica, quando la ventilazione è scarsa e gli inquinanti restano a lungo nei bassi strati dell’atmosfera.
Prevenzione, monitoraggio e raccomandazioni per la popolazione
Ogni cittadino può contribuire attivamente a ridurre i livelli di smog adottando comportamenti sostenibili e seguendo le indicazioni delle autorità nei giorni di allerta.
Azioni individuali e consigli nelle giornate di smog elevato
- Limitare al massimo l’uso dell’automobile privata, privilegiando mezzi pubblici, bicicletta o spostamenti a piedi
- Evitare l’attività fisica intensa all’aperto, soprattutto nelle ore con picchi di inquinanti
- Tenere porte e finestre chiuse quando i valori AQI sono insalubri o pericolosi
- Utilizzare filtri per aria e ventilazione ove possibile
- Monitorare i bollettini della qualità dell’aria forniti dai portali istituzionali e dalle app dedicate
- Prestare attenzione ai sintomi di irritazione (tosse, difficoltà respiratorie, bruciore agli occhi), soprattutto nei soggetti a rischio
La prevenzione a livello istituzionale prevede invece l’adozione di politiche strutturali come:
- Riduzione delle emissioni da traffico e riscaldamento domestico
- Potenziamento delle aree verdi urbane
- Sviluppo di sistemi di allerta tempestiva e informazione alla cittadinanza
- Interventi per la mobilità sostenibile e il rilancio del trasporto pubblico
Le proiezioni indicano che la battaglia contro lo smog nei prossimi anni sarà decisiva, anche in vista dell’entrata in vigore dei nuovi limiti più restrittivi dal 2030, che renderanno urgente il ripensamento delle politiche urbane e industriali.
In sintesi, conoscere l’importanza dei limiti normativi, il significato delle classi AQI e i comportamenti da adottare permette di ridurre il rischio per la salute e contribuire attivamente a una migliore qualità dell’aria nelle nostre città.